Consulenza Strategica Google Ads: Come è Cambiata?
Google Ads è uno strumento pubblicitario potentissimo, capace di generare grandi risultati se utilizzato correttamente. Tuttavia, se mal gestito, può trasformarsi in un’arma a doppio taglio, portando a sprechi significativi di denaro. Offro consulenza su Google Ads dal 2008, quando si chiamava ancora AdWords. All’epoca esistevano solo due tipi di campagne (ricerca e display), gli annunci erano estremamente semplici, limitati a un titolo di 25 caratteri e due righe di descrizione di 35 caratteri ciascuna; era ancora possibile utilizzare URL di destinazione diversi da quelli di visualizzazione e Google Shopping non esisteva.
Evoluzione di Google Ads
Negli corso degli anni, Google Ads ha subito un’evoluzione straordinaria, diventando sempre più sofisticato e complesso. Non è mia intenzione fare un riepilogo cronologico dettagliato di tutte le modifiche degli ultimi 15 anni, ma concedetemi un momento di nostalgia per ricordare com’era questo strumento quando ho iniziato la mia carriera come consulente Google Ads.
Con il passare del tempo, sia gli algoritmi di Google che le funzionalità delle campagne hanno subito continui aggiornamenti e miglioramenti. Questi cambiamenti hanno rivoluzionato non solo il modo in cui gli annunci vengono creati e gestiti, ma anche il ruolo del consulente e l’oggetto della consulenza. Un tempo, il lavoro era principalmente operativo, richiedendo una gestione dettagliata delle singole parole chiave, degli annunci e dei costi per clic (CPC). La gestione era complessa e richiedeva un’attenzione costante ai dettagli tecnici.
Oggi, con l’avvento delle automazioni e degli algoritmi sempre più intelligenti, molte delle operazioni manuali sono state semplificate o (purtroppo) eliminate. Le strategie di offerta automatica, come Target CPA e Target ROAS, hanno reso la gestione delle campagne più agevole, riducendo il tempo necessario per monitorare e ottimizzare le campagne su base quotidiana, questo non sempre però ha portato a campagne più efficienti. Questa evoluzione ha cambiato la natura del lavoro del consulente Google Ads. Ora, è richiesta una comprensione approfondita delle strategie di marketing e delle analisi dei dati per sfruttare al meglio le potenzialità delle automazioni.
Come è cambiata la consulenza?
L’attuale consulente Google Ads deve avere competenze avanzate in analisi dei dati (in particolare deve capire quali dati sono da tenere in considerazione caso per caso), strategia di marketing digitale, intuito e capacità di adattarsi rapidamente alle nuove tecnologie e tendenze. Questo cambiamento ha reso il lavoro meno tattico e più strategico, dove l’accento è posto sull’interpretazione dei dati e sull’ottimizzazione delle campagne a un livello più alto. In altre parole, sebbene la gestione tecnica delle campagne sia stata semplificata, la necessità di una visione strategica e di una capacità analitica è diventata fondamentale.
Inoltre, negli ultimi due anni circa, il mondo della consulenza strategica per Google Ads ha subito un’ulteriore trasformazione, guidata principalmente dalle nuove campagne Performance Max (PMax) e dall’intelligenza artificiale. La possibilità di generare titoli, descrizioni e immagini degli annunci, senza troppo sforzo, analizzando il contenuto esistente del sito web, creare varianti da poter testare in parallelo, non solo permette di risparmiare tempo, ma potenzialmente aumenta anche il rendimento pubblicitario in termini di CTR, tasso di conversione e ROAS.
Performance Max: Gioie e Dolori
Lo stravolgimento più grosso è sicuramente stato quello dell’introduzione delle Performance Max (che hanno sostituito le campagne Smart Shopping, Smart Display e Local), un formato che utilizza l’IA per ottimizzare gli annunci su tutto l’inventario pubblicitario di Google (ricerca, display, Gmail, Youtube, Discover). Questo permette (o almeno promette) di raggiungere il pubblico ideale al momento giusto, attraverso una vasta gamma di formati annunci.
Se da un lato questa innovazione ha semplificato la gestione delle campagne, rendendo possibile la gestione delle stesse anche a utenti meno esperti; chi, come me, lavora da anni con Google Ads, non si è subito sentito a proprio agio, lavorando con campagne che non hanno bisogno (quasi) di niente. Nonostante ciò un consulente esperto riuscirà a trovare la soluzione ideale per ogni singolo cliente anche se è alle prese con queste “Black Box” (scatole nere).
Io stesso gestisco in modo diverso le campagne dei miei clienti, scegliendo per ogni caso specifico, in base alle esigenze e agli obiettivi del tipo di business, il giusto mix di campagne PMax, Shopping Standard, Ricerca, Display, DSA (le campagne dinamiche sulla rete di ricerca che, ahimè, verranno presto soppresse da Google) e le nuove Demand Gen. Non mi affido a regole formali né seguo pedissequamente le best practice consigliate da Google e dalla maggior parte dei miei colleghi. Credo che per emergere da un mercato troppo affollato e competitivo c’è da pensare (e agire) fuori dagli schemi.
Consent Mode e Dati di Prima Parte
La deprecazione dei cookie di terze parti ha portato a una maggiore enfasi sull’uso dei dati di prima parte. Questo significa che le aziende devono ora raccogliere e utilizzare i propri dati per migliorare il targeting e la misurazione delle campagne pubblicitarie.
Google Ads ha introdotto le conversioni avanzate e la consent mode, che cercano di migliorare il tracking e la misurazione anche per gli utenti che non prestano il loro consento al trattamento dei dati personali. Questo non solo aiuta a mantenere la conformità alle nuove normative sulla privacy, ma dovrebbe ancora garantire che gli annunci siano più efficaci nel raggiungere il pubblico giusto.
Strumenti e Funzionalità Avanzate
Google Ads continua a migliorare i suoi strumenti con funzioni avanzate come il Google Ads Data Manager e i temi di ricerca di Performance Max. Questi strumenti aiutano gli inserzionisti a integrare meglio i loro dati e a ottimizzare il targeting delle campagne.
Google Ads Data Manager facilita la gestione dei vari dati di prima parte raccolti da CRM, email marketing, sito web, e altri canali. Con Google Ads Data Manager, è possibile monitorare le conversioni con maggiore precisione, effettuare remarketing con Customer Match e migliorare i risultati delle conversioni avanzate.
I temi di ricerca permettono agli inserzionisti di fornire input aggiuntivi all’algoritmo delle Performance Max, migliorando la precisione del targeting (anche se sono gestiti solo come “segnali” così come i segmenti di pubblico). Questo è particolarmente utile quando si lanciano nuovi prodotti o si entra in nuovi mercati, dove i dati storici possono essere limitati.
Provocazioni Finali
In conclusione, oggi la consulenza strategica per Google Ads è molto diversa rispetto a pochi anni fa. Con l’avvento dell’IA, dell’automazione e dell’uso intensivo dei dati di prima parte, gli esperti di marketing devono adattarsi rapidamente a queste novità per rimanere competitivi. Le opportunità offerte dalle nuove tecnologie sono immense, ma richiedono anche un cambiamento di mentalità e l’adozione di nuove competenze.
Lo dicevo già qualche anno fa nel mio libro Marketing Spirituale, chi è fermo sui tecnicismi, sull’ossessione per i dati statistici molto spesso non esplicativi, chi lavora per “protocolli”, sarà presto totalmente sostituito dall’intelligenza artificiale. Chi non è disposto a evolvere rischia di rimanere indietro in un panorama pubblicitario sempre più dinamico e complesso. E tu, sei pronto ad abbracciare il futuro della pubblicità digitale?
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