Libri,  Marketing Minimalista

Libri di Marketing: Guide e Manuali VS Narrativa e Classici

Foto di Dom J

C’è una falsa credenza fra coloro che si occupano di marketing secondo la quale leggere libri di narrativa e classici sia tempo sprecato. Questa convinzione oltre a essere priva di fondamento è completamente deleteria, in quanto non solo la lettura non è uno spreco di tempo, ma è, al contrario, vantaggiosa per il corpo, la mente e per lo sviluppo professionale, in particolare nel nostro settore.

All’inizio della mia carriera professionale come consulente di marketing ho letto innumerevoli libri, in particolare manuali come “La Guida Definitiva a Google Adwords” di Perry Marshall e Bryan Todd, allora disponibile solo in inglese, tutti i libri di Seth Godin e molte altre pubblicazione più “accademiche” di autori italiani e internazionali. È indispensabile crearsi un know-how di base per il lavoro che si sta facendo o si aspira a fare, ma questo è solo il punto di partenza. Soprattutto oggi che l’intelligenza artificiale può sostituirci in tutte quelle attività più ripetitive e tecniche, quelle che hanno più a che fare con i dati e con l’operatività, come avevo anticipato in tempi non sospetti in Marketing Spirituale.

Oggi è molto facile per chiunque iscriversi ai programmi pubblicitari di Google e Meta e con pochi click e nessuna (o quasi) competenza tecnica creare campagne pubblicitarie che “funzionicchiano” e che portano discreti risultati. Questo ha portato da un lato la possibilità di avere visibilità anche a piccolissimi business locali, dall’altro però ha saturato il mercato facendo alzare a dismisura il costo pubblicitario, portandolo per molti a un livello al limite della sostenibilità. Non è quindi più possibile oggi basarsi solo sulle competenze tecniche; per fare la differenza la creatività e lo storytelling (insieme ad altre soft-skill) stanno diventando sempre più indispensabili. Ma torniamo adesso all’oggetto dell’articolo: la lettura di narrativa e classici per migliorare il lavoro nel marketing.

La lettura è un atto rivoluzionario

Ogni libro, se scelto dal lettore, e non inculcato dall’alto (anche i libri sono fortemente influenzati dalla “propaganda” mainstream, basta vedere le classifiche di vendita per rendersene conto, ma per fortuna è facilissimo oggi procurarsi anche il libro più di nicchia in tempi brevi e a costi accessibili a tutti); comunica mondi, idee, visioni, storie, vite. Proviamo a esplorare non solo il valore intrinseco della lettura come finestra sull’anima umana, ma anche il suo impatto insostituibile sul mondo del marketing, un campo dove la comprensione profonda dell’essere umano diventa il vero motore di successo.

La narrativa, con le sue trame complesse e la profondità psicologica dei personaggi, offre un terreno fertile per coltivare quella che viene spesso trascurata nel marketing moderno: l’empatia. La capacità di mettersi nei panni dell’altro, di comprendere le motivazioni che portano un personaggio all’azione, di carpirne i pensieri, di soffrire e gioire con lui. Non è solo un esercizio di piacere estetico, ma un allenamento per la nostra capacità di comprendere gli altri, fondamentale per chiunque voglia comunicare in modo efficace.

Rallentare

La lettura ci costringe a rallentare, a riflettere, a immergerci in un mondo altro dal nostro. In questo spazio sacro, le nostre menti si aprono a nuove prospettive, nuove soluzioni a vecchi problemi, nuove storie da raccontare. E non è forse il marketing, nel suo senso più elevato, la capacità di raccontare storie che risuonano, che convincono, che muovono all’azione?

Allo stesso tempo, la lettura offre una fuga necessaria dal tumulto incessante della vita moderna e dai suoi incessanti stimoli. Ricerche (vedi fonti alla fine dell’articolo) dimostrano che dedicarsi alla lettura, specialmente di narrativa, può ridurre significativamente i livelli di stress, migliorando così non solo la qualità della vita ma anche la capacità di pensare in modo chiaro e creativo, due qualità indispensabili per qualsiasi marketer che si rispetti.

Ma oltre a nutrire l’anima e a calmare la mente, la lettura di narrativa e classici potenzia la creatività, una moneta sempre più rara e preziosa nell’economia dell’attenzione di oggi. In un mondo dove tutti gridano per essere ascoltati, la capacità di pensare fuori dagli schemi, di creare contenuti originali, sorprendenti, autentici, può fare la differenza tra l’essere semplicemente visti o veramente notati.

La bellezza della parola scritta

E poi c’è la questione dello stile, della bellezza della parola scritta. Leggere i classici ci insegna il valore inestimabile di una frase ben costruita, di un vocabolario ricco e variegato, di un ritmo narrativo che sa come tenere il lettore incollato alla pagina. Queste non sono solo qualità desiderabili per uno scrittore; sono armi potenti nell’arsenale di un marketer, capaci di trasformare il banale in straordinario, il quotidiano in memorabile.

E non fraintendetemi qui, non vi sto dicendo di scrivere i vostri annunci pubblicitari con vocaboli aulici, o meglio dovreste farlo se il vostro pubblico target è colto. Quello che vi sto dicendo è che dovete conoscere il gergo con cui parla il vostro pubblico, quindi, per esempio, se vi rivolgete ad adolescenti leggere i romanzi che leggono loro può solo aiutarvi a scegliere le parole più adatte a cogliere la loro attenzione. Il buon consulente di marketing deve sapere con chi sta parlando e utilizzare il linguaggio più adatto alla situazione. E per fare ciò più libri leggerete più le vostre doti di copywriting miglioreranno.

In un’epoca dove l’effimero regna sovrano, dove i tweet sostituiscono i trattati, i video durano dieci secondi e i post di Instagram fanno da cronaca, dedicarsi alla lettura di narrativa e classici è un atto di resistenza. È un rifiuto di accettare che la superficie sia tutto ciò che c’è, un’affermazione della profondità, della complessità, dell’intricata bellezza dell’esperienza umana. Per chi fa marketing, questa profondità non è solo desiderabile ma necessaria, perché alla fine, quello che vendiamo non sono solo prodotti o servizi, ma storie, emozioni, identità (e se non è così mi dispiace per le vostre aziende, il commercio duro e puro del prodotto come bene di consumo al miglior prezzo è sempre più difficile e offre margini sempre minori, perché ci sarà sempre qualcuno, più o meno onesto, disposto ad abbassare il prezzo per vendere più di voi).

Slow Marketing

Dunque, mentre il mondo accelera, forse è tempo di rallentare, lo avevo scritto nel 2020 in Lentamente. È il momento di aprire un libro, di immergersi in una storia, di lasciare che le parole degli altri ci insegnino qualcosa di nuovo su noi stessi e sul mondo intorno a noi. Non solo per il piacere intrinseco che ciò porta, ma anche per affinare le nostre capacità di comunicare, connettere, convincere; in breve: di fare marketing con successo.

Questo non è un invito a ignorare le altre forme di apprendimento o le nuove tecnologie che possono arricchire le nostre strategie di marketing. Piuttosto, è un promemoria che, nell’era digitale, le competenze umane fondamentali (empatia, creatività, comunicazione) rimangono al centro di tutto ciò che facciamo. E cosa può nutrire queste competenze meglio della letteratura, che da secoli esplora l’essenza stessa dell’esperienza umana?

Leggere: Libri di Marketing, Libri di Narrativa e Classici

In conclusione, la lettura di narrativa e classici non è semplicemente un passatempo piacevole o un modo per arricchire il proprio bagaglio culturale. È, invece, una pratica essenziale per chiunque operi nel campo del marketing e desideri affinare le proprie abilità comunicative e creative. In un mondo dove tutti sembrano gridare per attirare l’attenzione, coloro che hanno imparato ad ascoltare e a raccontare storie con profondità e autenticità sono quelli che veramente emergono.

Invito quindi ogni consulente di marketing, ogni comunicatore, ogni mio collega, a riscoprire il piacere della lettura, a lasciarsi trasportare dalle storie, a imparare dagli infiniti maestri della narrativa e della letteratura classica. Non come fuga dal mondo, ma come un modo per comprenderlo meglio, per connettersi con gli altri a un livello più profondo e per costruire campagne di marketing che non solo vendono, ma che ispirano, emozionano e restano impresse.

In questa epoca di cambiamenti rapidi e di sfide complesse, potrebbe essere proprio un ritorno alle basi, a quel profondo legame con la narrativa e con i classici, a offrire le chiavi per innovare veramente e per costruire un futuro di marketing più umano, più creativo e, in ultima analisi, più efficace.

Per approfondire: contentmarketinginstitute.com, buffer.com

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