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L’Intellettuale Ma Idiota. Libera traduzione de “The Intellectual Yet Idiot” (IYI) di Nassim Nicholas Taleb

Pecore Intellettuali ma Idioti

Premessa 1. Fonte e attribuzione.

Ho tradotto e pubblico questo articolo tratto dal libro “Skin in the Game: Hidden Asymmetries in Daily Life” di Nassim Nicholas Taleb pubblicato da Penguin nel 2018. L’edizione italiana è intitolata “Rischiare grosso: L’importanza di metterci la faccia nella vita di tutti i giorni” ed è stata pubblicata in Italia da “Il Saggiatore” sempre nel 2018.
Il testo qui proposto è leggermente diverso dalla traduzione ufficiale pubblicata in Italia, anche se molto fedele all’originale, ed è tratto dal sito dell’autore dove espressamente dichiara: “questo pezzo può essere riprodotto, tradotto e pubblicato da chiunque a condizione che sia nella sua interezza e menziona che è estratto da Skin in the Game“.
Riguardo l’autore lascio a voi verificare il suo spessore culturale e umano, anche se è possibile intuirlo meglio solo leggendo le sue opere, che consiglio vivamente.
Avendo rispettato quindi in pieno il suo volere riguardo l’attribuzione dell’articolo, possiamo procedere.

Premessa 2. Nota di traduzione.

Non sono bravo in inglese, mi è stato insegnato in modo pessimo e superficiale a scuola (la stessa scuola italiana che gli IMI reputano ancora la migliore del mondo). Se non lo avessi poi approfondito, spinto da interessi personali, fra cui videogiochi e musica, e più tardi professionali, dato che ho lavorato spesso con clienti stranieri, sarei oggi praticamente analfabeta. Nonostante ciò posso vantare una discreta conoscenza di questa lingua, soprattutto scritta, molto meno buona nel parlato, a causa del fatto che ho viaggiato veramente poco nella mia vita, purtroppo, e ho avuto poche possibilità di fare pratica. Riesco comunque a comprendere molto bene articoli e ho letto anche alcuni di libri in lingua originale con difficoltà inferiori a quelle che immaginavo. Spero comunque che la traduzione che vi apprestate a leggere di seguito sia di vostro gradimento. In ogni caso quando se ne è reso necessario ho aggiunto fra parenti delle note di traduzione, ndt.

The Intellectual Yet Idiot” (IYI) può essere tradotto semplicemente con “L’Intellettuale Idiota” che è banalmente la miglior traduzione possibile. Ma… manca un MA. La parola “Yet” ha una valenza sia di avverbio che di congiunzione, come possiamo leggere sul Cambridge English-Italian Dictionary: “è usata per collegare due parole, frasi o preposizioni quando la seconda parte aggiunge qualcosa di sorprendente alla prima parte“.
Quindi ho deciso di rendere la traduzione con “L’Intellettuale Ma Idiota” che nonostante sia più “disarmonica” riesce a rendere meglio l’idea della dissonanza fra i due termini normalmente usati come contrari. E poi l’abbreviazione IMI rende meglio di Ii.

L’Intellettuale Ma Idiota

Quello che stiamo assistendo in tutto il mondo, dall’India al Regno Unito agli Stati Uniti (all’Italia soprattutto, ndt), è la ribellione contro quel circolo ristretto di “impiegati” del processo politico decisionale che non rischiano nulla e di giornalisti-addetti ai lavori, quella classe di paternalistici esperti semi-intellettuali con un po’ di educazione “Ivy League” di facciata (in orginale è “label-driven” che letteralmente evoca qualcosa di guidato dall’etichetta, qualcosa di meramente esteriore, ndt), Oxford-Cambridge o simile, che stanno dicendo al resto di noi 1) cosa fare, 2) cosa mangiare, 3) come parlare, 4) come pensare… e 5) per chi votare.

Ma il problema è che quelli con un occhio solo stanno seguendo i ciechi: questi membri auto-proclamati della “intellighenzia” non riuscirebbero a trovare una noce di cocco a Coconut Island, il che significa che non sono abbastanza intelligenti da definire l’intelligenza e quindi finiscono per fare sempre i loro banali discorsi “circolari” – ma la loro abilità principale è la capacità di superare gli esami scritti da persone come loro. Con studi di psicologia che si replicano meno del 40% delle volte, consigli nutrizionali che sono stati stravolti dopo 30 anni di “grassofobia”, analisi macroeconomiche che funzionano peggio dell’astrologia, la nomina di Bernanke (alla FED, ndt) che era meno che all’oscuro dei rischi; e studi farmaceutici che si ripetono al meglio solo 1/3 delle volte; le persone hanno perfettamente diritto di fare affidamento sul proprio istinto ancestrale e di ascoltare le loro nonne (o Montaigne e altra simile conoscenza classica filtrata) cose che hanno una percentuale di successo migliore di questi politici imbecilli (ci tengo a sottolineare che la traduzione “ufficiale” in italiano di “policymaking goons”, che letteralmente potrebbe essere data con politici/legislatori/quelli che fanno le regole, farabutti/stubidi/buffoni/idioti, è un più politicamente corretto “farabutti in posti di responsabilità”, ndt).

In effetti si può vedere che questi accademici-burocrati che si sentono autorizzati a gestire le nostre vite non sono nemmeno così rigorosi, sia nelle statistiche mediche che nelle decisioni politiche. Non riescono a distinguere la scienza dallo scientismo – in effetti nelle loro menti “visionarie” lo scientismo sembra più scientifico della scienza reale.
Ad esempio è banale mostrare quanto segue: molto di quello che tipi come Cass Sunstein e Richard Thaler – quelli che vogliono “spingerci” a seguire qualche comportamento – che in maggior parte classificherebbero come “razionale” o “irrazionale” (o qualsiasi di quelle categorie che indicano una deviazione da un protocollo desiderato o prescritto) derivano dal loro fraintendimento della teoria della probabilità e dall’uso cosmetico dei modelli del primo ordine. Sono anche inclini a confondere l’insieme per l’aggregazione lineare dei suoi componenti.

L’Intellettuale Ma Idiota (IMI) è una produzione della modernità, che ha iniziato a prosperare dalla metà del ventesimo secolo, per raggiungere oggi il suo apice, insieme all’ampia categoria di persone senza “palle” (pardon… “propensione al rischio“, ndt) che hanno invaso molte sfere della vita sociale. Perché? Semplicemente, nella maggior parte dei paesi, il ruolo del governo è tra le cinque e le dieci volte quello di un secolo fa (espresso in percentuale del PIL). L’IMI sembra onnipresente nella nostra vita ma è ancora una piccola minoranza e raramente viene visto al di fuori di negozi specializzati, centri di pensiero (think tanks, ndt), media e università: la maggior parte delle persone ha un lavoro adeguato e non ci sono molte opportunità per l’IMI.

Fate attenzione al semi-erudito che pensa di essere un erudito. Non riesce a rendersi conto naturalmente dei sofismi.

L’IMI ridicolizza (letteralmente “pathologizes“, patologizza, ma mi è sembrato cacofonico, quindi ho preferito renderlo così, ndt) gli altri per aver fatto cose che non capisce senza mai realizzare che è la sua comprensione che potrebbe essere limitata. Pensa che le persone dovrebbero agire secondo i loro migliori interessi ed è lui a conoscere i loro migliori interessi, in particolar modo se questi sono rednecks (letteralmente “colli rossi”, termine utilizzato in maniera dispregiativa per indicare un americano bianco appartenente alla fascia economica medio-bassa della società, rozzo, volgare e ignorante, it.wikipedia.org/wiki/Redneck) o la classe di “inglesi che parlano mangiandosi le vocali” e che hanno votato per la Brexit.

Quando i plebei fanno qualcosa di sensato per loro, ma non per lui, l’IMI usa il termine “ignorante“. Ciò che generalmente si chiama partecipazione al processo politico, lui la definisce in due distinti modi: “democrazia” quando è in linea con le sue idee, “populismo” quando i plebei osano votare in modi che contraddicono le sue preferenze. Mentre i ricchi credono in “un dollaro pagato in tasse un voto“, gli umanisti in “un uomo un voto“, Monsanto in “un lobbista un voto“, l’IMI crede invece in “una laura della Ivy League un voto” (ah… dimenticavo, Ivy League è un termine per indicare le migliori università private statunitensi, un po’ come dire la Bocconi o la Luiss in Italia, insomma avete capito, ndt), con una certa equivalenza per le scuole d’élite straniere e i dottorati quando questi sono necessari per il club.

Più socialmente, l’IMI è abbonato al New Yorker. Non scrive mai parolacce su Twitter. Parla di “uguaglianza di razze” e “uguaglianza economica”, ma non è mai uscito a bere con un tassista di una minoranza etnica (di nuovo, non corre nessun vero rischio nel mettersi in gioco, in quanto il concetto è totalmente estraneo all’IMI). Quelli che nel Regno Unito sono stati portati a fare un giro da Tony Blair. Il moderno IMI ha partecipato a più di una conferenza TEDx di persona o ha visto più di due TED talks su Youtube. Non solo ha votato per Hillary Monsanto-Malmaison perché le sembrava eleggibile o per qualcuno dei suoi ragionamenti circolari, ma sostiene che chiunque non lo abbia fatto è malato di mente.

L’IMI ha una copia della prima edizione con copertina rigida di “Il Cigno Nero” nella sua libreria (il primo bestseller di Taleb che è stranamente molto apprezzato dall’IMI ma che non ne comprende pienamente il significato, ndt), ma confonde l’assenza di prove per la prova dell’assenza. Crede che gli OGM siano “scienza” e che la “tecnologia” non sia diversa dall’allevamento convenzionale a causa della sua disinvoltura a confondere la scienza con lo scientismo.

In genere, l’IMI arriva a capire correttamente la logica di primo ordine, ma non gli effetti di secondo ordine (o superiore) che lo rendono totalmente incompetente in domini complessi. Nel comfort della sua casa di periferia con garage per 2 auto, ha sostenuto la “rimozione” di Gheddafi perché era “un dittatore”, non rendendosi conto che le rimozioni hanno conseguenze (ricordate che non ha il coraggio di rischiare e di mettersi in gioco e non paga in prima persona per le conseguenze).

L’IMI ha avuto torto, storicamente, su stalinismo, maoismo, OGM, Iraq, Libia, Siria, lobotomie, sulla pianificazione urbana, sulle diete a basso contenuto di carboidrati, sulle macchine da palestra, sul comportamentismo, sugli acidi grassi insaturi, sul freudianesimo, sulla teoria di portafoglio, sulla regressione lineare, sul gaussianismo, sul salafismo, sul modello dinamico e stocastico di equilibrio economico generale, sull’edilizia residenziale pubblica, sul gene egoista, sui modelli di previsione elettorale, su Bernie Madoff (pre-crollo) e sui valori p. Ma è convinto che la sua posizione attuale sia giusta.

L’IMI è membro del club per ottenere i privilegi di viaggiatore; se è uno scienziato sociale usa le statistiche senza sapere come sono derivate (come Steven Pinker e gli psicolofasi in generale); quando nel Regno Unito, va ai festival letterari; beve vino rosso con bistecca (mai bianco, condivido al contrario, perché io berrei il rosso anche sul pesce… un momento io non mangio il pesce, ndt); credeva che il grasso fosse dannoso e ora ha completamente cambiato idea; prende le statine perché il suo medico gli ha detto di farlo; non riesce a capire l’ergodicità e quando gli viene spiegata, se ne dimentica poco dopo; non usa parole yiddish nemmeno quando parla di affari; studia grammatica prima di parlare una lingua (ecco questo intendevo quando dicevo prima di non conoscere l’inglese, ndt); ha un cugino che ha lavorato con qualcuno che conosce la regina; non ha mai letto Frederic Dard, Libanius Antiochus, Michael Oakeshot, John Gray, Amianus Marcellinus, Ibn Battuta, Saadiah Gaon o Joseph De Maistre; non si è mai ubriacato con i russi; non ha mai bevuto al punto in cui uno inizia a rompere i bicchieri (o, preferibilmente, le sedie); non conosce nemmeno la differenza tra Ecate e Ecuba (che in gergo di Brooklyn è “non sanno distinguere la merda da uno Shinola”, marchio di prodotti di lusso, fra cui orologi e biciclette, ndt); non sa che non c’è differenza tra “pseudointellettuale” e “intellettuale” in assenza di propensione personale al rischio; ha menzionato la meccanica quantistica almeno due volte negli ultimi cinque anni in conversazioni che non avevano nulla a che fare con la fisica.

Sa in qualsiasi momento che cosa stanno producendo le sue parole o azioni per la sua reputazione.

Ma un segnale molto più semplice da riconoscere è: L’IMI non fa nemmeno sollevamento pesi.

Il cieco e il molto cieco.

Sospendiamo la satira per un minuto.

L’IMI non riesce a distinguere tra il letterale e lo spirito delle cose. Sono così accecati da nozioni verbalistiche come scienza, educazione, democrazia, razzismo, uguaglianza, evidenze, razionalità e parole d’ordine simili che possono essere facilmente presi in giro. Possono quindi causare mostruosi errori iatrogeni (danni causati dal “guaritore”) senza nemmeno provare l’ombra di un senso di colpa, perché sono convinti che sono nel giusto e che possono quindi essere scagionati e ignorare l’effetto profondo sulla realtà. Rideresti del dottore che quasi uccide il suo paziente, ma discute sull’efficacia dei suoi sforzi perché ha abbassato il colesterolo di quest’ultimo, non capendo che una metrica correlata alla salute non è essa stessa salute – ci è voluto molto tempo perché la medicina convincesse i suoi professionisti che la salute era ciò su cui avevano bisogno di lavorare, non l’esercizio di ciò che pensavano fosse “scienza” (perché ci è riuscita? A me non sembra, ndt), quindi non fare nulla era abbastanza spesso preferibile (via negativa). Tuttavia, in un altro ambito, ad esempio la politica estera, un neo-con che non si rende conto di avere questo difetto mentale non si sentirebbe mai in colpa per aver fatto esplodere un paese come la Libia, l’Iraq o la Siria, per il bene della “democrazia”. Ho provato a spiegare una via negativa a un neocon: era come cercare di descrivere i colori a qualcuno nato cieco.

Gli IMI possono sentirsi soddisfatti dando i loro soldi a un gruppo volto a “salvare i bambini”, che ne spenderà la maggior parte per fare presentazioni powerpoint e per organizzare conferenze su come salvare i bambini e non rendersi completamente conto dell’incoerenza.

Allo stesso modo un IMI di solito non riesce a fare una distinzione tra un’istituzione (ad esempio impostazione formale e credenziali dell’università) e qual è il suo vero scopo (conoscenza, rigore nel ragionamento). Ho persino visto un accademico francese discutere contro un matematico che aveva dato grandi (e utili) contributi perché il primo “non era andato in una buona scuola” quando aveva diciotto anni.

La propensione a questa disabilità mentale può essere condivisa da tutti gli esseri umani, e deve essere un difetto radicato, eccetto che scompare quando ci si mette in gioco e si richia grosso.

PS
Dalle reazioni a questo pezzo, ho scoperto che l’IMI ha difficoltà, durante la lettura, a distinguere tra satirico e letterale.

PPS
L’IMI pensa che questa critica all’IMI significhi “tutti sono idioti”, non rendendosi conto che il loro gruppo rappresenta, come abbiamo detto, una piccola minoranza – ma a loro non piace che il loro senso di diritto venga messo alla prova e sebbene trattino il resto di umani come inferiori, a loro non piace quando il tubo dell’acqua viene girato nella direzione opposta (ciò che i francesi chiamano arroseur arrosé). (Ad esempio, Richard Thaler, partner del pericoloso avvocato OGM Übernudger Cass Sunstein, ha interpretato questo pezzo dicendo che “non ci sono molti non idioti che non si chiamano Taleb”, senza rendersi conto che le persone come lui sono <1% o anche 0,1% della popolazione.)

PPPS
(Scritto dopo l’elezione a sorpresa del 2016; il capitolo sopra è stato scritto diversi mesi prima dell’evento). L’elezione di Trump è stata così assurda per loro e non si adattava alla loro visione del mondo con un margine così ampio che non riuscirono a trovare istruzioni nel loro libro di testo su come reagire. Era esattamente come su Candid Camera, immaginate lo sguardo caratteristico sul viso di qualcuno dopo che gli hanno tirato uno scherzo e la persona non sa come reagire.

O, più interessante, immaginate l’aspetto e la reazione di qualcuno che pensava di essere felicemente sposato, mentre faceva un rientro non programmato a casa, sentire sua moglie strillare a letto con un (enorme) portiere.

Praticamente tutti quelli che fanno previsioni, subprevisori, superprevisori, “scienziati” politici, psicologi, intellettuali, attivisti, “consulenti”, scienziati dei big data, tutto ciò che sostenevano è stato immediatamente mostrato come una bufala. Quindi il mio malizioso sogno di mettere un topo nella maglietta di qualcuno (come espresso ne “Il Cigno Nero”) si è realizzato improvvisamente.

Ringrazio ancora Nassim Nicholas Taleb per questa sua perla di saggezza e per il fatto che l’abbia resa condivisibile a tutti. Quindi così come lui rendo disponibile a tutti questa traduzione a patto che si citi, oltre all’autore, anche me come traduttore e venga linkato questo post. Grazie!

PPPPS – Le seguenti idee sono esclusivamente mie.
Ultima chicca, ecco una video-dimostrazione finale di come l’IMI crede veramente ai media mainstream che a loro volta credono veramente che quello che dicono possa ancora influenzare qualcuno (che non sia un IMI). Qui il video su Youtube.

Image Sheep Flock of Animals by S. Hermann & F. Richter from Pixabay

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